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domenica 13 marzo 2011

Lo stato dei diritti umani in Italia secondo Human Rights Watch secondo Luigi Serino

Human Rights Watch, il mese scorso ha reso nota la sua relazione annuale “Word report 2011”, in cui viene analizzata la questione del rispetto e della salvaguardia dei diritti umani nel mondo. Human Rights Watch è una delle principali organizzazioni internazionali indipendenti e dedica il suo impegno, ormai trentennale, principalmente nella sensibilizzazione dell’opinione pubblica sulle tematiche afferenti ai diritti fondamentali.HumanRightWatch
L'organizzazione newyorkese, nel suo rapporto, descrive la difficile situazione italiana con toni abbastanza critici, evidenziando che razzismo, xenofobia, violenza sono ancora un serio problema per il nostro paese. Il rapporto si concentra infatti sulla discriminazione sessuale, etnica e religiosa che aleggia, spesso con indifferenza, nella vita politica e sociale del Paese.
La disamina parte dalle note e tristi vicende di Rosarno, che a gennaio sfociarono in uno scontro violento fra migranti africani e forze dell'ordine e produsse diversi feriti da entrambe le parti. Infatti, a seguito degli scontri, 11 lavoratori migranti africani rimasero gravemente feriti mentre 10 agenti delle forze dell’ordine e 14 residenti dovettero far ricorso alle cure mediche. A seguito della violenta guerriglia, le cui immagini fecero il giro del mondo, più di mille migranti dovettero, poi, lasciare la città. Va ricordato che la protesta scaturì a causa del ferimento, da parte di sconosciuti, con un’arma ad aria compressa, di alcuni cittadini extracomunitari, già costretti a vivere in penose e disumane condizioni in fabbricati abbandonati e spesso sfruttati, da imprenditori senza scrupoli, nella raccolta delle arance. La difficile situazione di emarginazione e degrado dei lavoratori africani, che le istituzioni conoscevano da tempo, è esplosa con tutta la sua rabbia proprio per il fatto che i diritti dei migranti venivano calpestati quotidianamente. Queste erano persone ridotte in schiavitù, costrette a lavorare nei campi agricoli della piana di Gioia Tauro, il tutto nell’indifferenza generale, fino alla rivolta avvenuta nel gennaio del 2010. Il problema, purtroppo, è che di Rosarno ne è piena l’Italia. Soprattutto il mezzogiorno. La questione di fondo sta dunque nel combattere la piaga dell’indifferenza e del razzismo strisciante nei confronti dei migranti. Persone, uomini, donne e bambini che pretendono ed hanno diritto a condizioni vita migliori e soprattutto a non essere sfruttati.
L’obiettivo del rapporto viene poi focalizzato sulle discriminazioni operate nei confronti delle comunità Rom e Sinti, stipate in campi autorizzati o abusivi, oggetto di "sfratti forzati" e contributi economici affinché abbandonino il paese.
Centrale anche la questione dei respingimenti. In primo luogo, il rapporto dell’organizzazione non governativa newyorkese cita la Corte europea dei diritti dell'uomo ed il Consiglio d'Europa che diverse volte si sono pronunciati contro il trasferimento di sospettati di terrorismo (come Mohammed Mannai, membro di un gruppo jihadista, condannato dal tribunale di Milano, in Tunisia), spesso a rischio di maltrattamenti e violenze nei propri Paesi d'origine. Fortemente criticato il comportamento dell'Italia che ad aprile ha "violato il divieto di respingimento" quando ha intercettato un'imbarcazione carica di migranti, e l'ha rispedita in Libia, senza curarsi del proprio stato psico-fisico, senza verificare se ci fossero persone bisognose di protezione internazionale e senza dar loro la possibilità di chiedere asilo. Comportamento che le autorità italiane avevano tenuto già nel maggio del 2009, quando non concesse il diritto d’asilo ad una dozzina di Eritrei, in fuga da una guerra civile, e li respinse verso la Libia, dove furono “vittime di maltrattamenti e detenzioni illegittime, insieme ad altre centinaia di connazionali".
Infine, l’analisi di Human Rights Watch si concentra sul processo ai poliziotti responsabili delle violenze commesse nel corso del G8 di Genova. A fronte "della condanna di 25 agenti su 29", il ministero dell'Interno "ha comunicato di non volerli sospendere". Dunque, dure condanne sono state fatte anche in riferimento agli episodi del G8 di Genova, proprio per il fatto che il Ministero ha deciso di non sospendere dal servizio gli agenti che sono stati condannati in Appello, dopo essere stati assolti in primo grado, per le violenze commesse contro i manifestanti nella scuola Diaz durante il G8 di Genova.
Questi sono gli episodi più critici sul piano dei diritti umani in Italia, per i quali l’organizzazione non governativa americana ha speso parole non troppo confortanti. Sarebbe, pertanto, da augurarsi un cambio di rotta delle politiche governative, nella speranza che queste mettano definitivamente al centro del dibattito il rispetto e la tutela dei diritti umani, soprattutto con riferimento alle politiche riguardanti l’immigrazione e l’inclusione sociale delle comunità Rom e Sinti.

DUit - Diritti Umani in Italia

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