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giovedì 29 novembre 2012

Equiparati i diritti dei figli naturali a quelli dei legittimi: Eliminata una barbarie del diritto di famiglia


 “Con l’approvazione della legge che equipara i figli naturali ai figli legittimi si spazzano via pregiudizi che hanno resistito per millenni in danno dei figli nati fuori del matrimonio. E’ stata tolta di mezzo la più grande barbarie giuridica del nostro Paese, che nel corso degli ultimi 30 anni era stata aspramente contestata dall’Unione Europea”, così l’avv. Gian Ettore Gassani, presidente dell’AMI, accoglie il sì definitivo della Camera al disegno di legge che è stato fortemente sostenuto anche dall’Associazione degli Avvocati Matrimonialisti Italiani.


“Da ieri l’Italia ha fatto un passo importante e ulteriore verso l’Europa, di cui comunque non è ancora del tutto parte integrante. I figli sono figli e basta, e sono tutti uguali. Finalmente anche i bambini che nascono fuori dal matrimonio potranno godere di una fitta trama di rapporti parentali che fino ad oggi erano rappresentati solo dai genitori e dai nonni”.

“Anche sul piano delle successioni sono state abolite insulse discriminazioni. Una battaglia di civiltà dell’AMI è stata sicuramente vinta. E’ evidente che il matrimonio a questo punto resta una scelta ma non un totale privilegio anche per i figli nati nel rapporto coniugale. Ogni anno nascono in Italia 500.000 bambini e di questi 1 su 4 nasce fuori dal matrimonio. E’ una popolazione enorme con cui il legislatore ha dovuto fare i conti.”.

"Ovviamente in Italia vi sono ancora tantissime riforme di diritto di famiglia e delle persone da costruire con grande tenacia. Bisogna attribuire determinati diritti alle coppie di fatto e riconoscere dignità alle famiglie che,  pur non essendo unite in matrimonio, presentano una struttura complessa del tutto sovrapponibile a quella tradizionale legata dal vincolo coniugale”.

“Finalmente non esisteranno più figli di serie A e figli di serie B. L’Italia è arrivata in netto ritardo rispetto a questa conquista ma meglio tardi che mai”.
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